La depressione è un disturbo psicologico diffuso che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Secondo l’ISTAT, in italia siamo in circa 2,8 milioni a soffrirne.
Quando possiamo parlare di depressione?
Chi soffre di depressione può sentirsi triste, stanco, affaticato, svogliato, sempre meno interessato agli stimoli ambientali.
Sintomi ansiosi accompagnano quasi sempre il quadro depressivo, insieme a irritabilità e irrequietezza. I comportamenti tendono a restringersi, a impoverirsi, i pensieri diventano cupi e attraversati da frequenti idee negative, pessimistiche, di morte.
La depressione può anche comportare una serie di sintomi fisici e di alterazioni neurovegetative: cefalea, disturbi gastrointestinali, del sonno e tanti altri.
Da un punto di vista psicologico, sentirsi depressi significa guardare la realtà attraverso delle lenti distorte che fanno sì che tutto appaia difficile, insormontabile e penoso.
Se non curata, la depressione può cronicizzare e portare a un progressivo decadimento della qualità della vita, compromettendo il funzionamento sociale della persona.
Come si valuta la depressione?
Per diagnosticare una depressione è necessario che i sintomi siano causa di sofferenza significativa e che persistano per un periodo protratto di tempo. Un’attenta valutazione clinica è fondamentale per programmare un intervento terapeutico efficace.
Quali sono le cause?
La depressione, come molti altri disturbi mentali, può essere causata da numerosi fattori:
- predisposizione genetica, ormonale e biologica, che rende alcune persone più inclini di altre a sviluppare sintomi depressivi
- fattori psicologici che hanno a che fare con l’intera storia affettiva di un individuo, con i legami e le vicissitudini che lo hanno accompagnato fino all’età adulta: molto importanti sembrano essere le perdite affettive, i lutti, le separazioni, i traumi, insieme a tutto l’ambiente di vita in cui ci si è sviluppati
- fattori attuali che hanno a che fare con il sostegno sociale che si riceve dagli altri, con le figure su cui si può contare in caso di difficoltà, con gli atteggiamenti individuali e sociali nei confronti della vulnerabilità, con i bisogni affettivi, con la necessità di una buona comunicazione con gli altri.
Come si cura?
Attualmente l’intervento più efficace per la depressione è rappresentato dalla terapia combinata: farmacoterapia e psicoterapia cognitivo comportamentale.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale si focalizza soprattutto sui modi in cui il soggetto interpreta e reagisce agli eventi che accadono attorno a lui, sulla valutazione che quest’ultimo dà di se stesso e della propria realtà. L’assunto di base della prospettiva cognitivista è che i pensieri e le convinzioni negative su di sé, sul mondo e sul futuro abbiano un ruolo chiave nell’esordio e nel mantenimento della depressione. Il terapeuta, ricorrendo a specifiche tecniche, aiuterà il paziente ad identificare e modificare i pensieri e le convinzioni negative, al fine di influire positivamente sul tono dell’umore della persona, sulla sua ripresa delle attività e sulla cessazione del ritiro sociale. Obiettivo della terapia sarà, infatti, spezzare il circolo vizioso di mantenimento della depressione, attraverso un lavoro terapeutico mirato sulla componente cognitiva, emotiva e comportamentale della persona.